Dolore all’anca: diagnosi e trattamenti

Il dolore all’anca può avere molte origini, alcune delle quali molto diverse tra loro per età di insorgenza, intensità dei sintomi e prognosi. 

Identificare la causa esatta del dolore è il primo passo per scegliere il percorso terapeutico più adatto e prevenire peggioramenti. Se provi dolore all’anca, non esitare a contattarmi per individuarne la causa e delineare il migliore trattamento.

Quali sono le possibili cause del dolore all’anca?

Confronto tra anca sana e anca affetta da artrosi su immagine medica."
 Titolo: "Cause del Dolore all'Anca
Radiografia o illustrazione che evidenzia i danni causati dall’artrosi all’articolazione dell’anca.

Una delle cause più ricorrenti è l’artrosi, detta anche coxartrosi, che comporta un deterioramento graduale della cartilagine articolare. Si manifesta solitamente con dolore profondo, rigidità mattutina e difficoltà nei movimenti più semplici. In fase iniziale può essere intermittente, ma tende a peggiorare con il tempo fino a diventare costante. 

Un’altra causa frequente è l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune che colpisce anche soggetti giovani e che può causare danni permanenti se non viene gestita correttamente. In questo caso, l’infiammazione cronica coinvolge la membrana sinoviale e produce dolore, gonfiore e limitazione funzionale. 

Nella parte esterna dell’anca, il dolore può essere legato alla borsite trocanterica, un’infiammazione delle borse sierose che riducono l’attrito tra i tendini e le ossa. Spesso si presenta con dolore localizzato e acuto, accentuato da movimenti specifici. 

Tendiniti, lesioni muscolari e infiammazioni dei tessuti molli periarticolari rappresentano un’altra causa diffusa, soprattutto tra chi pratica attività fisica intensa o ripetitiva. Alcune patologie meno frequenti, ma significative per gravità, includono necrosi ossea, fratture traumatiche, osteoporosi avanzata e anomalie congenite. Il dolore può anche derivare da problemi di origine vertebrale o neurologica, rendendo la diagnosi una sfida clinica che richiede attenzione e precisione. 

Come viene diagnosticato il dolore all’anca

L’approccio diagnostico inizia sempre con una visita specialistica accurata. Il medico raccoglie informazioni dettagliate sui sintomi, la loro evoluzione nel tempo e l’impatto sulla vita quotidiana. Viene eseguito un esame obiettivo che valuta ampiezza dei movimenti, dolore evocato da specifiche manovre, eventuali segni di infiammazione o deformità visibili. 

Il racconto del paziente, unito alla valutazione clinica, orienta la scelta degli esami successivi. Le indagini strumentali rivestono un ruolo centrale per confermare la diagnosi sospettata. 

  • La radiografia è spesso il primo esame richiesto: fornisce informazioni sulle strutture ossee, la presenza di artrosi, fratture o alterazioni della conformazione articolare. 
  • Nei casi in cui sia necessario valutare i tessuti molli, si ricorre alla risonanza magnetica, utile per visualizzare tendini, muscoli, labbro acetabolare e segni di infiammazione non rilevabili con altri strumenti.
  • L’ecografia articolare permette di valutare il movimento, la presenza di liquido articolare e le condizioni di borse e tendini. 
  • In situazioni più complesse, la TAC consente una visione tridimensionale delle strutture ossee. 
  • In alcuni casi selezionati, la scintigrafia ossea può aiutare a individuare necrosi, infezioni o infiammazioni estese. 
  • Gli esami di laboratorio completano il quadro, soprattutto quando si sospetta un’origine infiammatoria o autoimmune. Markers come VES e PCR indicano la presenza di processi infiammatori sistemici, mentre test specifici confermano o escludono patologie come l’artrite reumatoide o la spondilite anchilosante. 

Come gestire il dolore all’anca: trattamenti conservativi e soluzioni chirurgiche

Le terapie per il dolore all’anca variano in base alla causa, alla gravità del disturbo e alla risposta individuale ai trattamenti. Quando il disturbo è nelle fasi iniziali o non invalidante, si preferisce un approccio conservativo. L’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici può offrire un sollievo significativo dal dolore. Tuttavia, l’effetto è spesso temporaneo, e la loro assunzione prolungata richiede attenzione per evitare effetti collaterali. 

Fisioterapia e intervento chirurgico per il trattamento del dolore all’anca
Dal trattamento conservativo con fisioterapia fino alla chirurgia protesica: le opzioni per gestire il dolore all’anca

La fisioterapia rappresenta una componente centrale del trattamento: esercizi mirati migliorano la mobilità, rafforzano i muscoli circostanti e riducono la pressione sull’articolazione. 

Le infiltrazioni intra-articolari di corticosteroidi offrono un rapido effetto antinfiammatorio, mentre quelle di acido ialuronico aiutano a migliorare la lubrificazione articolare. In casi specifici si valuta l’impiego di cellule mesenchimali, con l’obiettivo di rigenerare la cartilagine danneggiata. 

Tra le terapie fisiche, la Tecarterapia e le onde d’urto hanno mostrato efficacia nel ridurre dolore e infiammazione, specie nelle tendiniti e nelle borsiti. L’applicazione locale di ghiaccio aiuta in caso di infiammazioni acute, mentre la massoterapia e l’agopuntura possono affiancare le terapie convenzionali nei casi cronici. Quando i trattamenti conservativi non sortiscono effetto e il dolore compromette le attività quotidiane, si considera la chirurgia. Le opzioni includono l’artroscopia per riparare lesioni interne, la borsectomia nei casi di borsite resistente, fino all’artroplastica, cioè la sostituzione dell’articolazione. Ogni intervento viene pianificato in base alle condizioni del paziente, tenendo conto dell’età, dell’anatomia articolare e degli obiettivi funzionali.

Prevenzione e segnali da non ignorare

Mantenere l’anca in buona salute richiede attenzione quotidiana e interventi mirati, soprattutto nei soggetti predisposti. 

  • Uno degli aspetti più rilevanti è il controllo del peso corporeo. L’articolazione dell’anca sopporta gran parte del carico durante la deambulazione, e un peso eccessivo accelera il deterioramento articolare, aumentando il rischio di artrosi. 
  • La regolarità nell’attività fisica contribuisce a rinforzare i muscoli stabilizzatori dell’anca, migliorando l’equilibrio e prevenendo sovraccarichi. Non servono attività ad alta intensità: esercizi di stretching, nuoto e camminate a passo sostenuto sono già sufficienti. 
  • Anche la postura ha un impatto diretto: abitudini scorrette, come stare seduti a lungo con le gambe incrociate o adottare posizioni sbilanciate, possono causare tensioni muscolari e infiammazioni croniche. 
  • L’uso di calzature adeguate, il controllo del tono muscolare e una buona igiene del sonno aiutano a ridurre le sollecitazioni articolari. 

Quando il dolore all’anca si manifesta in modo ricorrente o progressivo, non va trascurato. Sintomi come rigidità mattutina prolungata, dolore irradiato fino al ginocchio, gonfiore articolare o difficoltà a camminare devono spingere a una valutazione specialistica. 

Se si avverte disagio durante il sonno, zoppia o limitazione nei movimenti abituali, è opportuno non rimandare. Individuare precocemente la causa di questi problemi può evitare peggioramenti e ridurre il rischio di interventi invasivi. L’adozione tempestiva di misure preventive e il monitoraggio costante dei sintomi rappresentano una strategia efficace per mantenere l’anca efficiente e funzionale nel tempo.

Ti rispecchi in questi sintomi? Allora non esitare a contattarmi!