Cosa si intende per revisione della protesi?
Per revisione di protesi si intende la sostituzione parziale o totale di una protesi impiantata precedentemente per problemi collegati alla protesi o al paziente.
Per effettuare questa operazione bisogna effettuare un nuovo intervento potenzialmente più complesso di un intervento primario.
Chi necessita di una revisione?
Le protesi, come qualsiasi giunto meccanico, sono soggette a usura per cui progressivamente possono consumarsi e richiedere un nuovo intervento.
Secondo i moderni registri che ci permettono di monitorare la sopravvivenza di questo tipo di impianti, la percentuale di protesi che è ancora in sede a 10 anni dall’intervento è del 92% circa, a 15 anni dall’intervento è dell’85% circa e del 78% a 20 anni.
Nel migliore dei casi si verifica un consumo della porzione articolare che permette una revisione solo di testina e inserto (una sorta di cambio gomme), in altri casi è necessaria una revisione totale.
Altre cause di revisione, oltre al naturale consumo della protesi sono: infezione, mobilizzazione quindi scollamento della protesi, instabilità cioè lussazioni dell’impianto, dolore cronico, ecc
Quali sono i sintomi?
Il sintomo principale è il dolore che spesso è una conseguenza di problemi legati alla protesi.
In altri casi problemi meccanici come instabilità o limitazione progressiva del movimento ci portano a una necessità di revisionare la protesi.
Un caso a parte è rappresentato dall’infezione che costituisce un capitolo a sé e spesso ci porta a dover effettuare due interventi seriati per garantire una bonifica dai germi presenti.
Quali sono i benefici?
Una revisione di protesi può garantire un ritorno a un movimento fisiologico e senza dolore, migliorando forza e coordinazione dei movimenti.
Bisogna ricordare che però il risultato finale dipende molto dalla situazione di partenza e dalla riabilitazione post-operatoria.
Come si effettua la diagnosi?
Per una diagnosi accurata sono necessarie sicuramente delle radiografie recenti, da confrontare possibilmente con le precedenti, in modo da valutare un’eventuale evoluzione del quadro e la velocità del peggioramento.
In alcuni casi scintigrafie ossee e TAC possono essere utili per confermare la diagnosi o per studiare meglio la condizione dell’osso attorno all’impianto.
Noi consigliamo sempre anche degli esami ematici con valutazione degli indici infiammatori per escludere o confermare dei processi settici, cioè un’infezione, in corso.