Protesi al ginocchio: guida completa

La decisione di affrontare un intervento di protesi al ginocchio non è mai banale. Ogni paziente arriva a questo punto dopo un lungo periodo di dolore, limitazioni nei movimenti e perdita progressiva della qualità della vita. Come ortopedico, accompagno ogni giorno persone che scelgono di tornare a vivere più pienamente grazie a questo tipo di chirurgia.

L’intervento consiste nella sostituzione delle superfici articolari del ginocchio danneggiate da artrosi artrite reumatoide, necrosi avascolare o traumi gravi

Il trattamento chirurgico è indicato quando tutte le terapie conservative hanno fallito. Farmaci, fisioterapia, infiltrazioni e modifiche dello stile di vita possono ritardare l’intervento, ma non sempre evitano la progressione del danno articolare. L’obiettivo finale è ridurre il dolore, migliorare la stabilità e recuperare le attività quotidiane con meno fatica.

Tipi di protesi: totale o parziale

Esistono due tipi principali di protesi: quella totale e quella parziale (detta anche monocompartimentale). La scelta tra le due dipende dalla localizzazione e dall’entità del danno e dalla condizione dei legamenti e delle altre strutture articolari. La chirurgia è sempre preceduta da valutazioni approfondite, sia cliniche che radiologiche, per garantire un esito favorevole e realistico.

La protesi totale di ginocchio prevede la sostituzione completa delle superfici articolari del femore, della tibia e, in molti casi, della rotula. Questa opzione viene scelta quando l’artrosi coinvolge più compartimenti del ginocchio o è presente una compromissione diffusa. Si tratta di un intervento più esteso, con una riabilitazione inizialmente più impegnativa, ma che consente buoni risultati funzionali.

La protesi parziale riguarda solo una porzione dell’articolazione, di solito il compartimento mediale o laterale. Viene indicata quando il danno è limitato e i legamenti sono integri. La chirurgia è meno invasiva e consente un recupero più rapido, con sensazioni più naturali nei movimenti.

Entrambe le soluzioni prevedono l’utilizzo di componenti artificiali:

  • Componente femorale: sostituisce l’estremità inferiore del femore
  • Componente tibiale: sostituisce l’estremità superiore della tibia
  • Componente patellare: utilizzata nei casi in cui la rotula presenta danni significativi

La durata dell’intervento varia da 40 minuti a 2 ore, a seconda della tecnica chirurgica e del tipo di protesi utilizzata. Viene eseguito in anestesia spinale o generale. Oggi le tecniche mini-invasive e i protocolli di recupero rapido riducono le complicazioni e accelerano il ritorno alla normalità.

Rappresentazione del ginocchio con i componenti di una protesi totale e parziale utilizzati per la sostituzione articolare.

Recupero e fisioterapia: tempi e progressi

Il percorso di riabilitazione comincia subito dopo l’intervento. Nelle prime ore il paziente viene aiutato a rimettersi in piedi e a compiere i primi passi. La fisioterapia inizia già in ospedale, con esercizi per prevenire rigidità e complicanze circolatorie.

La fase successiva è ambulatoriale. Gli esercizi si concentrano sulla mobilità articolare, il rinforzo muscolare e il recupero della camminata. Un programma progressivo consente di riacquistare equilibrio e sicurezza nei movimenti.

Il ritorno alle attività quotidiane può avvenire nel giro di due o tre mesi. Le attività più impegnative, come la guida o lo sport, richiedono tempi più lunghi, spesso fino a sei mesi. Ogni paziente è diverso, e il recupero dipende da età, stato fisico e condizioni cliniche.

Un aspetto spesso sottovalutato è l’importanza della motivazione. Seguire con costanza il programma riabilitativo migliora i risultati, riduce il rischio di rigidità articolare e previene recidive dolorose. Il supporto del fisioterapista e il monitoraggio medico aiutano a superare gli ostacoli iniziali.

Un fisioterapista supporta un paziente nei primi esercizi di recupero dopo l’intervento di protesi al ginocchio

Risultati, durata e miglioramento della qualità della vita

Dopo l’intervento, molti pazienti riferiscono un netto miglioramento della qualità della vita. Il dolore cronico tende a ridursi progressivamente, fino a scomparire del tutto nei casi più favorevoli. Le limitazioni nei movimenti diventano meno marcate e torna la possibilità di svolgere azioni quotidiane con meno difficoltà.

La durata della protesi dipende da diversi fattori, tra cui età, peso corporeo, attività svolte e corretta esecuzione della fisioterapia. Le protesi moderne possono durare oltre 15-20 anni. In alcuni casi si rende necessario un intervento di revisione, ma la percentuale è bassa nei primi dieci anni.

La protesi consente di ritrovare autonomia, camminare senza ausili, salire e scendere le scale, uscire senza fatica e, in molti casi, tornare a svolgere attività sportive a basso impatto.

Quando intervenire e cosa aspettarsi

Decidere di sottoporsi a una protesi al ginocchio è una scelta che richiede consapevolezza e fiducia. Molti arrivano all’intervento dopo mesi o anni di dolore costante, compromissione delle attività quotidiane e notti insonni. La chirurgia, pur non essendo una soluzione magica, può rappresentare un’opportunità concreta per cambiare la propria quotidianità.

Come ortopedico, accompagno ogni paziente in tutte le fasi: dalla valutazione iniziale alla scelta del tipo di protesi, dalla preparazione preoperatoria al supporto nel recupero dopo l’intervento. Ogni decisione è condivisa, ogni aspettativa viene ascoltata con attenzione.

Non esiste un’età giusta per operarsi, ma un momento in cui il dolore supera la soglia della tollerabilità. Quando le terapie non funzionano più, l’intervento può offrire una prospettiva di miglioramento reale. Contattami per avere maggiori informazioni.