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La chirurgia protesica del ginocchio ha migliorato la vita di milioni di persone nel mondo, permettendo di recuperare mobilità e ridurre il dolore. Tuttavia, in una piccola percentuale di pazienti, la protesi impiantata in precedenza può fallire o generare problemi tali da richiedere un nuovo intervento. In questi casi si parla di revisione della protesi di ginocchio, una procedura complessa che prevede la rimozione dell’impianto protesico e la sua sostituzione con uno nuovo, e che richiede competenze avanzate e un’attenta pianificazione.
L’obiettivo della revisione è ristabilire il corretto funzionamento dell’articolazione, alleviare il dolore e ripristinare la qualità della vita. Per comprendere meglio quando e perché può rendersi necessario un intervento di revisione, vediamo in dettaglio le cause, la diagnosi, le modalità chirurgiche, i rischi e il percorso di recupero.
Perché una protesi al ginocchio richiede una revisione
Una protesi al ginocchio non è progettata per durare all’infinito. I materiali con cui è costruita, pur essendo resistenti, sono soggetti a usura nel tempo. In alcuni casi il fallimento avviene dopo vent’anni o più, in altri può manifestarsi prima a causa di condizioni particolari.
Le cause principali sono diverse.
- Una delle più frequenti è lo scollamento della protesi dall’osso, che può verificarsi gradualmente, con perdita di stabilità e dolore.
- Le infezioni periprotesiche rappresentano un’altra complicanza temuta, perché possono insorgere subito dopo l’intervento o a distanza di tempo, minando la tenuta dell’impianto.
- Ci sono poi i traumi articolari, che possono danneggiare le componenti della protesi, e l’usura delle superfici protesiche, con conseguente instabilità e riduzione della funzionalità.
Il segnale più comune di un problema alla protesi è il dolore persistente, spesso localizzato e resistente alle terapie conservative. A questo si aggiungono gonfiore, rigidità, instabilità e difficoltà nei movimenti. Il paziente può notare un peggioramento progressivo nella deambulazione, fino ad avere difficoltà anche nei movimenti quotidiani più semplici. In presenza di infezione, possono comparire febbre, arrossamento locale e fuoriuscita di liquido dalla ferita chirurgica.
Riconoscere tempestivamente questi sintomi è essenziale per rivolgersi a uno specialista ortopedico ed eseguire una valutazione mirata.

Diagnosi: come si arriva alla decisione di una revisione
Il percorso diagnostico parte sempre dalla visita clinica. L’ortopedico valuta dolore, mobilità, stabilità del ginocchio e presenza di segni infiammatori. Successivamente vengono prescritti esami mirati:
- Radiografie per analizzare il posizionamento della protesi e la qualità dell’osso.
- Esami del sangue per identificare marcatori infiammatori come VES e PCR.
- Aspirazione articolare per verificare la presenza di infezione.
- TAC utile per valutare con precisione difetti ossei e integrazione delle componenti protesiche.
- Scintigrafia ossea in casi selezionati per distinguere tra mobilizzazione meccanica e infezione.
L’insieme di questi dati consente di pianificare l’intervento e scegliere la tipologia di protesi di revisione più adatta.
La procedura chirurgica
La revisione della protesi di ginocchio è un intervento complesso che richiede una preparazione accurata. I passaggi principali sono:
- Rimozione della vecchia protesi: un’operazione delicata, soprattutto se le componenti sono cementate all’osso.
- Preparazione del ginocchio: il chirurgo corregge eventuali difetti ossei e prepara la superficie per accogliere il nuovo impianto.
- Impianto della nuova protesi: spesso vengono utilizzati steli più lunghi e componenti rinforzati per migliorare la stabilità.
- Gestione dei tessuti molli: la stabilità articolare dipende anche da legamenti e muscoli, che devono essere preservati e, se necessario, ricostruiti.
- Riabilitazione post-operatoria: inizia già nelle prime ore dopo l’intervento e richiede un programma personalizzato.
Nei casi di infezione può essere necessario procedere in due tempi chirurgici: prima la rimozione della protesi con applicazione di un distanziatore antibiotato, poi il reimpianto definitivo una volta risolta l’infezione.
La sostituzione primaria del ginocchio è generalmente più lineare, mentre la revisione richiede più tempo (2-3 ore o più), strumenti specifici e impianti di dimensioni diverse. Un’altra differenza riguarda lo stato dell’osso e dei tessuti. Dopo anni, possono essere presenti difetti ossei o legamenti indeboliti, che rendono necessario l’utilizzo di protesi più grandi e stabili.
Anche l’incisione chirurgica tende a essere più estesa e, in alcuni casi, si rende necessario ampliare la cicatrice precedente. Questo spiega perché i tempi di recupero siano spesso più lunghi e impegnativi.
Benefici e rischi
La revisione della protesi al ginocchio ha come finalità il miglioramento della funzionalità articolare, la riduzione del dolore e il ritorno a una vita più attiva.
Tuttavia, non si tratta di un intervento privo di rischi. Le complicanze più comuni comprendono infezioni, trombosi venose, rigidità articolare e, raramente, instabilità persistente. Per questo motivo è sempre consigliabile affidarsi a centri specializzati con esperienza consolidata in chirurgia di revisione.
Il controllo del dolore è una parte integrante del percorso. Viene gestito con tecniche anestesiologiche avanzate già in sala operatoria e con terapie multimodali nei giorni successivi. L’obiettivo è ridurre la sofferenza, facilitare la riabilitazione ed evitare che il dolore diventi cronico.
La collaborazione tra chirurgo ortopedico e specialisti in terapia del dolore è fondamentale per garantire il benessere del paziente in tutte le fasi del percorso.
Il recupero dopo una revisione è più lungo rispetto al primo intervento, ma con un programma riabilitativo ben strutturato è possibile raggiungere buoni risultati.
La fisioterapia inizia già entro 24-48 ore, con esercizi mirati a mobilizzare il ginocchio. La degenza ospedaliera dura in media 5-6 giorni, dopo i quali il paziente continua la riabilitazione in centri specializzati o al proprio domicilio.
La deambulazione assistita inizia precocemente e, nel giro di 1-3 mesi, la maggior parte dei pazienti riesce a camminare senza ausili. Per recuperare pienamente stabilità e forza muscolare possono essere necessari 3-6 mesi, con miglioramenti progressivi. In alcuni casi il recupero completo richiede tempi più lunghi, soprattutto se l’intervento è stato particolarmente complesso.
Prevenzione dei problemi futuri

Una volta eseguita la revisione, è importante adottare misure preventive per preservare la durata della nuova protesi. Il mantenimento di un peso corporeo adeguato, l’attività fisica regolare e controllata e i controlli periodici dal chirurgo sono elementi che aiutano a garantire la longevità dell’impianto.
Ecco due accorgimenti pratici che possono ridurre il rischio di complicazioni:
- Attenzione alle infezioni: anche un’infezione lontana dal ginocchio, come un ascesso dentale, può diffondersi e raggiungere la protesi. È quindi essenziale curare tempestivamente qualsiasi infezione.
- Stile di vita sano: attività a basso impatto come nuoto e bicicletta aiutano a mantenere la mobilità senza stress eccessivi sulla protesi.
Conclusione
La revisione della protesi al ginocchio è un intervento complesso ma spesso risolutivo per chi vive con dolore e limitazioni dopo un impianto primario. Grazie ai progressi della chirurgia ortopedica e alla disponibilità di impianti sempre più evoluti, è possibile ottenere risultati soddisfacenti e riprendere una vita attiva.
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